Restauro conservativo dei dipinti murali presenti nella Chiesa di San Pietro a Rocca di Botte (AQ).

Committente: Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.

Progetto e Direzione dei lavori: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici (AQ), Arch. Liberati Giuseppe.

Introduzione

La necessita’ di consolidare la struttura muraria dell’edificio sacro e nel caso specifico di effettuare il consolidamento della prima colonna a sx, che vede la presenza di due ampie porzioni affrescate, ha richiesto un importante pronto intervento per la salvaguardia dei dipinti ,intervento che è stato effettuato con la stesura di porzioni di velatino di garza onde evitare il collasso delle sacche di decoesione, gia’ idividuate e graficamente circoscritte.

I lavori

Nel frattempo si è proceduto alla chiusura delle crepe e delle microcrepe con l’uso di una malta idraulica provvisoria, composta da calce ventilata, utile alle risarciture e di facile rimozione.

Tale operazione è stata necessaria per procedere alla lenta riadesione degli strati di composizione del dipinto pesantemente compromesso e allo svolgimento in sicurezza dei lavori strutturali eseguiti sulla colonna.

L’operazione successiva ha visto lo svolgimento delle fasi di pulitura e del descialbo parziale:infatti nonostante i dipinti in questione fossero gia’ parzialmente visibili, un intervento effettuato negli anni settanta aveva pesantemente coperto le superfici con uno spesso strato di paraloid, steso in solvenza diluente nitro, su una superfice non ancora liberata dalle ridipinture e comunque oramai alterato.

Tale operazione ha permesso di individuare porzioni originali celati sotto scialbi e ridipinture o addirittura sotto un spesso intonaco cementizio. La pulitura è stata svolta utilizzando a seconda delle porzioni interessate, impacchi di carbogel veicolente acetone o semplice acqua demineralizzata a tampone; la rimozione degli scialbi sovramessi o degli intonaci cementizi è stata svolta utilizzando martellina e bisturi di precisione capace di rimuovere a consumo anche gli scialbi composti da vernici sintetiche particolarmente aggressive.

L’operazione successiva è stata svolta effettuando la chiusura delle lacune materiche, delle crepe e delle micro-crepe presenti sulle superfici affrescate.

E’ stata impiegata quindi, una malta composta da polvere di marmo setacciata fine, grassello di calce, primal in emulsione acquosa; le lacune ampie sono state trattate sotto livello, mentre le piccole lacune e le crepe sono state trattate a livello per permettere un agevole intervento di integrazione pittorica svolta con l’uso di acquerelli stesi a velatura sotto tono, operazione atta a risarcire pittoricamente lacune e abrasioni, allo scopo di restituire fruizione ai dipinti.

Nella zona gia’ storicamente individuata come la piu antica, corrispondente alla parete della navata laterale sinistra è stato possibile individuare la presenza di vari lacerti di intonaco dipinto che fanno presupporre la presenza di un ciclo di affreschi ben ampio e di epoche differenti:da qui la scelta in accordo con la Direzione Tecnico Scientifica di portare alla luce tutte le porzioni individuate anche se frammentarie in quanto un attento studio sulla composizione e sovrapposizione degli strati di intonaco di supporto ai dipinti,contribuisce a tracciare le vicissitudini storico-stutturali e le varie trasformazioni subite dall’edificio di culto.

Gli interventi svolti, in seguito all’individuazioni delle aree interessate dalla presenza dei dipinti celati da strati di intonaco e scialbo, hanno richiesto una laboriosissima fase di rimozioni dei depositi coerenti, effettuata manualmente con l’uso di martellina e bisturi di precisione:tale operazione ha permesso di liberare le superfici pittoriche originarie, dai depositi di vernici sintetiche e da calci sovramesse rivelando inaspettati colori e interessanti porzioni decorative a fresco e a calce.

La successiva operazione di consolidamento, ha visto l’impiego di consolidanti idraulici PLM M e o acrilici Acril ac 33 in emulsione acquosa, effettuati con l’uso di siringhe inserite nelle fessure o nei micro-fori praticati con l’uso di trapano manuale cicogna; la rifinitura della pulitura della superfice pittorica è stata effettuate con l’uso di Wuisciab e spugnature di acqua demineralizzata. La chiusura delle lacune materiche, anche in questo caso è stata effettuata scegliendo una malta di fine granulometria, grassello di calce, primal in emulsione; tale operazione è stata propedeutica alla preparazione dei supporti e alla successiva integrazione pittorica che anche in questo caso è stata svolta utilizzando colori ad acquerello, a velatura sottotono o tonale.

La scelta della malta a neutro che delimita la presenza delle superfici affrescate è stata effettuata dopo un attento esame dei supporti , delle malte e non ultimo dei colori impiegati nel recupero architettonico, nell’intento di restituire alle opere una armonica fruibilita’ di insieme.

Schermata 2016-01-14 alle 15.37.17