Situata in località Santa Maria di Palazzo, Juvanum venne fondata dopo la guerra sociale (90-87 a.C), sulle preesistenze di un santuario di età sannitica. La Via Orientale, la Via del Teatro e la Via di Bacco, lastricate con basoli poligonali, definiscono l’insediamento urbano.
Il santuario italico, ubicato sulla collina, databile al II sec. a.C., è delimitato da un recinto in opera quasi quadrata al cui interno sono distinguibili i resti di due templi, a cui si accede dal versante est.
Il Foro, spazio monumentale di forma rettangolare, risale alla metà del I sec. d.C.; esso è delimitato su tre lati da portici, che ospitavano le tabernae (botteghe), e dominato, a nord, da una basilica absidata (edificio in cui si amministravano la giustizia e gli affari), la sala absidata era la sede del culto imperiale degli Augustales.
Il tessuto urbano si compone del quartiere artigianale, a sud-est del Foro, e del quartiere abitativo a est della Via Orientale.
Il teatro, restaurato in età romana, si addossa alle pendici sud-orientali dell’acropoli; la cavea è composta da otto ordini di gradini e dall’orchestra con diametro pari a 17 m ed è presente una
pavimentazione con basoli rettangolari, disposti parallelamente. Le terme sono poste ai margini della città. Numerosi reperti di vasellame, vetri e ornamenti personali, testimoniano la vitalità dell’insediamento almeno fino al IV sec. d.C., mentre esigue sono le testimonianze relative al periodo tardo-romano.
I lavori per il recupero e la valorizzazione dei resti archeologici e monumentali di Juvanum, nonché per la realizzazione di un parco archeologico, hanno inizio nel ’92 con la campagna di scavo che ha restituito agli studi, oggetti ceramici, metallici e lapidei di diversa consistenza.
Di notevole rilevanza è l’individuazione, nell’area attigua ai due tempietti sull’acropoli, di una stipe votiva e di una cisterna sul versante sud-est.
In relazione a tali ritrovamenti sono state eseguite diverse categorie di lavori, tra le quali il restauro dei frammenti fittili, ceramici e lapidei, antecedentemente catalogati e suddivisi per epoche di appartenenza; la restituzione grafica, nella scala più appropriata, dei reperti archeologici e architettonici; lo scavo della stipe votiva e della cisterna con relativo recupero.
Gli scavi stratigrafici eseguiti fino a due metri di profondità, hanno richiesto una notevole attenzione per la selezione e catalogazione degli innumerevoli frammenti presenti nel terreno archeologico.
Interventi di restauro e consolidamento sono stati realizzati sulle murature in pietra, onde ridurre il deterioramento materico, in particolare quello della malta, causato dalle infiltrazioni
meteoriche e da fenomeni gelivi; sono state realizzate copertine, a protezione della sommità della muratura, con frammenti di pietra locale mescolata a malta di calce.
Il restauro dei frammenti rinvenuti è consistito in diversi interventi: lavaggio e selezione, consolidamento, ricostruzione e ricomposizione con mescole preordinate gessose e cementizie.
Durante gli interventi sono stati effettuati rilievi plano-altimetrici mediante appositi strumenti topografici, e restituzioni grafiche nelle scale e tecniche più appropriate.