Nel Tempio di Ercole si sono rilevate tracce di intonaco esclusivamente nella fascia inferiore della muratura; il loro stato di conservazione, nelle pareti laterali nord-sud, era caratterizzato dalla presenza di una copertina di terriccio e da salificazioni che hanno generato un progressivo degrado.
La base intonacata relativa alla parete sud era, al momento dell’intervento, ancora parzialmente interrata. La parte superiore della muratura, di fattura caotica, presentava un quadro fessurativo con lesioni diffuse, generate dalla disgregazione della malta; infiltrazioni meteoriche e fenomeni gelivi hanno notevolmente ridotto la resistenza meccanica e il potere di coesione del legante. In entrambe le pareti del tempio non si sono riscontrati distacchi profondi e/o difetti di adesione dell’intonaco al supporto murario ad eccezione di aree circoscritte in cui l’intonaco risultava arriccio e parzialmente frantumato. Residui di intonaco, in discreto stato di conservazione, sono stati rilevati nella parete nord del tempio mentre la parte residua ancora visibile non è che parte dell’arriccio.
In virtù della consistenza e dello stato di conservazione dei resti rinvenuti nella fase di scavo, i primi interventi predisposti sono consistiti nella rimozione manuale del terriccio, depositato ai piedi delle murature, che celava le tracce di intonaci. Le cortine murarie a sacco sono composte da elementi lapidei e laterizi, con forte eterogeneità geometrica; la parte esterna, oggi priva dell’intonaco, evidenzia l’assenza di ricorsi regolari e l’utilizzo di materiale di spoglio.
In questa fase, particolare cura è stata dedicata alla parte di terriccio incrostato sulla superficie dell’intonaco ed in determinati casi si è proceduto all’asportazione meccanica di tale sedimentazione con l’ausilio del bisturi.
La fase successiva di intervento, ha predisposto una pulitura a base di carbonato in soluzione al 24% più EDTA, applicata con impacchi di polpa di carta. Tali applicazioni hanno avuto la durata di 4 ore circa.
Le parti di intonaco distaccate o con difetti di adesione, sono state risarcite, mediante iniezioni di malta idraulica (del tipo Ledan TBI) e malta sintetica (del tipo Vinnapas). A tutela della fascia inferiore delle pareti con tracce di intonaco, sono state realizzate in opera dei “salvabordo” a base di sabbia, calce idraulica e cocciopesto. A completamento dell’intervento di restauro, è stata applicata sulla superficie intonacata una soluzione biocida composta da sali quaternari di ammonio con funzione protettiva. Le cortine murarie, sono state oggetto di interventi di consolidamento, che prevedevano: scarnitura, pulitura interna ed esterna delle lesioni, successiva sigillatura esterna e iniezioni di malta cementizia con additivo antiritiro, al fine di ripristinare la monoliticità originaria.
È stata inoltre realizzata la copertura nella zona a più alto rischio di degrado.